“Senso” di Luca De Bei
Regia di Giampiero Cicciò

“Secco, alienato e moderno è il canone drammaturgico di lettura e ancora più accentuante un’aria d’incubo e di labilità atemporale da asylum è la chiave registica di ‘Senso’… testo cui dà un marchio teso la regia di Giampiero Cicciò… Livia Serpieri… qui una donna turbata e immersa in un camice di contenzione… richiama bene in solitudine la crudeltà della Charenton del “Marat/Sade” di Weiss. E l’averle affiancato una cameriera muta che si ucciderà è un omaggio trasversale a “Le lacrime amare di Petra Von Kant di Fassbinder”.
Rodolfo di Giammarco (la Repubblica)

“Una radiografia del senso di colpa così come l’ha voluta Giampiero Cicciò: un’autentica discesa agli inferi… che Maria Paiato restituisce con magistrale ricchezza”.
Antonella Melilli (Il Tempo)

“…una scenografia essenziale e metafisica sui colori bianco e nero dei chiaroscuri dell’anima… La recitazione di Maria Paiato esprime la discesa dostoijevskiana nella nevrosi e nel rimorso… si arrampica come un ragno lungo le tortuosità dei suoi incubi… un’interpretazione magistrale e cattedratica”.
Roberto Cristiano (Avanti!)

“…un lavoro di forte raccordo tra idee guida, traduzione drammatica e interpretazione palpitante per l’apporto intelligente di autore, regista e attori… Insomma una creazione che dimostra in concreto come il teatro sia cosa diversa da narrativa e cinema. E qualche volta li supera”.
Sergio Sciacca (La Sicilia)

“Giampiero Cicciò ha affinato maggiormente la sua visione di regista teatrale. Di regista delle tenebre, potremmo dire, per come muove i personaggi facendoli quasi lievitare dal buio… Bel testo di Luca De Bei… Formidabile Maria Paiato… Lunghissimi gli applausi finali per uno spettacolo di quasi due ore senza intervallo volate via…”.
Gigi Giacobbe (Giornale di Sicilia)

“…l’abile orchestrazione registica di Giampiero Cicciò lanciatosi nel bailamme dei sentimenti, dove s’è trovato a meraviglia inserendo alcuni degli elementi stilistici del suo modo di raccontare come l’essere - molti dei suoi personaggi – inseriti nella follia quotidiana. Abili intrecci e flashback hanno costellato lo sviluppo della narrazione creando modulazioni improvvise e traumatiche ben eseguite da tutti gli interpreti… Maria Paiato, attrice duttile dalla recitazione sempre incisiva, ha reso tutte le contraddizioni e le nevrosi che fanno di Livia un personaggio modernissimo”.
Michele La Spina (Gazzetta del Sud)

 

 

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