“Giovanna d'Arco di Borgovecchio” di Guardigli
Regia di Gianni Guardigli
"...il rigoroso e straordinario Giampiero
Cicciò che in tutto e per tutto alimenta i meccanismi espressivi di
questa creatura arcaica… Una gemma di cultura “truccata”, con angoscia".
Rodolfo di Giammarco (La Repubblica)
“…un vero monologo d’affezione, se si
tiene conto che Cicciò si presenta ed elabora linguaggio e comunicativa
nei panni di un’anziana donna siciliana, riuscendo a creare un tessuto fenomenale di tempi, figure,
comportamenti, aneddoti, astrazioni, racconti amorosi e mitica
aneddotica provinciale, un vero mosaico di vita vissuta, vita virtuale,
vita proiettata e vita travestita”.
Rodolfo di Giammarco (Trova
Roma – supplemento de La Repubblica )
"Sul palco una sedia, da dove prende le
mosse il monologo di quest’anima in solitudine interpretata
magistralmente da Giampiero Cicciò, che ricorda con la sua mimica, i più
grandi talenti del cinema comico dove spesso dietro il sorriso si
nascondeva un senso di nostalgia…"
Ariela Piattelli (Il Giornale)
"...un ottimo testo interpretato da un
grandissimo giovane attore".
Lucio De Angelis (radicali.it)
“…tra mimesi realistica ed espressioni
visionarie, bella prova di Giampiero Cicciò… che al termine depone il
suo travestimento e si mostra nella sua nuda verità di attore dotato di
intensi mezzi espressivi… Una Giovanna d’Arco trafitta dal mondo”.
Franco De Ciuceis (Il Mattino)
“…Cicciò offre un’interpretazione
estremamente interessante, sostenuta da una tecnica impeccabile,
raffinatissima: tutto il corpo è in maschera e l’attore come un
artigiano crea una meccanica perfetta… E, nell’assoluta solitudine,
compare l’uomo”.
Nunzia Abet
(Roma)
“Eccezionale interpretazione di Giampiero
Cicciò, attore di spettacolare espressività… che lascia lo spettatore
nello spiazzamento più totale".
Consiglia Maglio (Napoli Più)
"...colpisce la bravura di Giampiero
Cicciò, capace di passare rapidamente dall’ironia al dramma... risulta
perfettamente calato, con pochi accorgimenti estetici, in un ruolo così
difficile... Grande prova d’attore".
Girolamo Vetrani
(Recensito.net)
"...le puntuali entrate della musica
fanno da contraltare alle battute di un monologo gestito con maestria...
Il volto di Giovanna d’Arco invade, con un unico passo avanti, il
boccascena tenuemente illuminato. Il pubblico lo sente e, per un attimo,
arretra, trattenendo il respiro; poi Cicciò scioglie l’incantesimo, lo
libera dalla tensione e l’osservatore, di nuovo, può ridere... L’autore
prende per mano l’esistenza, la conduce con ironia leggera per un’ora e
la rovescia all’improvviso in un finale da gran teatro.".
Davide Buonasorte (Teatroteatro.it)
"...un testo che guarda alla vita sia
dalla parte della commedia che della tragedia... Una sedia, un attore,
la musica... Giampiero Cicciò emoziona".
Maria Rosa Patti (Vespertilla)
“…infine
giunge la sua morte, che svelerà all'improvviso
il volto di Giampiero Cicciò… Ed è così rivelata
la straordinaria capacità di metamorfosi
dell’attore… una grande dimostrazione d’attore
di talento… lo stupore del pubblico, che è poi
la vera magia che può regalare il teatro”.
Valentina Vitale (Teatro.org)
"Frigna, sogghigna, parlucchia e impreca
contro tutti questa Giovanna d'Arco d'un sobborgo palermitano...
Giampiero Cicciò, davvero bravo".
Gigi Giacobbe (Hystrio)
"Giovanna d’Arco di Borgovecchio è una
prova d’attore solista di Giampiero Cicciò, bella tecnica al servizio
d’una ottima interpretazione… e la ragion poetica è presentissima… Il
reale e l’irreale si sovrappongono, si mischiano il presente e
l’assente… Il comico e il drammatico conseguono entrambi dalla
confusione delle menti: questo dice l’autore del testo, Gianni Guardigli".
Marcantonio Lucidi (Avvenimenti)
"…un testo bellissimo, toccante,
musicale, che si trasforma in una prova d’attore dell’eccellente
Giampiero Cicciò".
Gloria
Bondi (Spettacolo.it)
"Giampiero Cicciò è semplicemente unico
in questa interpretazione a tratti irresistibilmente comica, da un
retrogusto triste e agghiacciante… Uno spettacolo decisamente
consigliabile".
Stefano
Polidori (Roma Reporter)
"Un’opera
delicata e intelligente, ricca di poesia e
umanità magnificamente interpretata dal giovane
attore siciliano Giampiero Cicciò, calato in
modo eccellente nei panni dell’anziana che, con
la schiena e le mani piegate dal peso degli anni
e dell’artrosi, fa sorridere e intenerire..."
Marilena Giulianetti (livecity.it)
"…bel testo scritto da Gianni Guardigli
che ha avuto come interprete uno straordinario
Giampiero Cicciò… Il monologo vive soprattutto
del grande talento del suo attore protagonista…
A Cicciò il merito di aver reso lo spettacolo un
intenso esperimento scenico destabilizzante e
carico di emozioni…"
Annalisa Venditti (Italia sera)
"…nei panni dell’atroce signora si cala
Giampiero Cicciò, tutto una smorfia, una ruga, una megera. Veramente
bravo, intrigante, raffinato nella sua insidiosa beghina dalle
innumerevoli, stupide verità… il testo ruota attorno all’attore, lo
circuisce, lo accarezza e lo bacia: è lui a dar corpo alle parole, alle
immagini, ai sogni".
Simonetta Trovato (Giornale di Sicilia)
"…incanta la pièce messa in scena da
Gianni Guardigli…abbiamo assistito ad una vera e propria perla… Giovane
e bravissimo attore, Giampiero Cicciò è perfetto anche nei movimenti:
niente che fosse fuori luogo o non armonizzato con tutto il resto…".
Antonio Giordano (La Sicilia)
"…e il successo lo ha meritato senz’altro
Giampiero Cicciò che dello spettacolo è l’applaudito protagonista: da
incorniciare la sua interpretazione della vecchietta… A piangere, a
ridere, quasi in preda ad un’incontrollabile follia emotiva, non si
comprende bene se sia la vecchia o il nipote… e in questa ambiguità
finale sta l’ennesimo, magnifico "coup de theatre" di Guardigli".
Matteo Pappalardo (Gazzetta del Sud)
"…il risultato è una lingua che si fa
completamente materia(le) di scena, capace di trasmettere, grazie in
primo luogo alla prova dell'interprete solista, l'instabilità psichica
della vecchia che abita un fatiscente appartamento periferico di
Palermo... Uno spettacolo che coinvolge il pubblico con l’ironia delle
battute, l’espressività del personaggio… con le sue impennate poetiche…"
Tiziano Fratus (Dramma.it)
"Ottima prova quella offerta da Giampiero
Cicciò, unico ed apprezzato protagonista… l’attore si trova
perfettamente a suo agio nell’interpretazione dell’insolito ruolo di una
vecchina della piccola borghesia della provincia, martellata ed
asfissiata dal quotidiano bombardamento mediatico… i suoi pensieri si
intersecano, pian piano, con il sogno, fino all’inverosimile… Lunghi, a
conclusione, gli applausi".
Melania Vadalà (L’eco del Sud)
“Il monologo
interpretato da Giampiero Cicciò, fra un grido
di dolore e d’ira e un borbottio di
rassegnazione, diventa alla fine un canto
altissimo… Gesto mani e volto di questo
straordinario attore, hanno un effetto
drammatico… E’ un ‘io’ in scena che parla di sé
e riflette su di sé… in una solitudine che può
anche assumere dimensioni metafisiche”.
Liliana Speranza (L’Attualità)
“…lo
spettacolo ci regala una grande prova d’attore
toccante e coinvolgente. Da non perdere”.
Gloria Bondi (Cinelab.it)